Mission

La Fondazione Emilia Bosis, nata nel 1998, si occupa dell’accoglienza, della cura, della riabilitazione e, ove possibile, dell’integrazione di persone che soffrono di disturbi psichici. La Fondazione persegue i suoi obiettivi attraverso progetti riabilitatativi mirati, attività culturali e sportive, eventi e soprattuto dedizione quotidiana di ascolto e supporto per le attività di base. Date le diverse esigenze di ogni paziente la Fondazione offre vari servizi sia in strutture residenziali che semi-residenziali con diversi gradi di assistenza e riabilitazione.

Accoglienza & Centralità della Persona

All’interno dello spazio Comunità o Centro Diurno, oggetto del nostro operare è la persona nella sua totalità e nella sua individualità. Pensiamo pertanto che non si possa prescindere dalla soggettività cui si rivolge la nostra azione. Entro questo spazio relazionale la diagnosi e i sintomi non sono l’elemento più importante che ci guida. Lavorare con l’imperativo del qui e ora significa imparare a concentrarsi sul presente entro la cornice dello spazio comunitario, valorizzando al massimo il valore della relazione e dell’ascolto.

TERAPIA & Relazione

All’interno dello spazio Comunità o Centro Diurno, oggetto del nostro operare è la persona nella sua totalità e nella sua individualità. Pensiamo pertanto che non si possa prescindere dalla soggettività cui si rivolge la nostra azione. Entro questo spazio relazionale la diagnosi e i sintomi non sono l’elemento più importante quando parliamo di relazione, ci riferiamo alla relazione di cura. Nell’accezione più ampia del termine relazione, l’uomo esiste come persona nella misura in cui è in relazione con altri e, in questi termini, la relazione tra due persone esiste a prescindere dalla loro intenzionalità ad interagire. Nella relazione di cura invece l’intenzionalità è aspetto fondamentale e necessario. Una buona relazione è fatica, è lavoro, non è data per scontata una volta per tutte, non si è in una buona relazione solo per il fatto di essere presenti.

Essere presenti, in un contesto terapeutico, significa porsi con una modalità particolare che comporta presenza attiva, condivisione, ascolto. Il nostro stare con l’ospite si traduce nel cercare un rapporto, una comunicazione che non sia a senso unico ma esperienza reciproca, dove il rispetto dell’altro diventi condizione necessaria che ci guida. Lavorare con l’imperativo del qui e ora significa imparare a concentrarsi sul presente entro la cornice dello spazio comunitario, valorizzando al massimo il valore della relazione e dell’ascolto.

Integrazione & Creatività

La creatività è la capacità di elaborare soluzioni nuove per stabilire relazioni, è un modo di relazionarsi e di stare nel mondo, ha a che fare con il dispiegarsi del pensiero, ed è ciò che si contrappone alla rigidità. È pensiero nella libertà di trovare nuove soluzioni mantenendo un’idea di senso.
La funzione terapeutica è fornire un significato ai progetti: siano essi ludico espressivi o di altra natura, non sono creativi in sé ma lo diventano se a monte c’è una dimensione creativa dotata di senso. La possibilità di dare significato ai progetti e creare nuovi legami si esprime nella quotidianità, giorno dopo giorno nella relazione con l’ospite. Valorizzare la quotidianità significa, anche, non banalizzare la routine del quotidiano ma al contrario dotarla di una progettualità, porre in questo modo le basi per rendere la persona capace di darsi senso.
Vi sono all’interno della Fondazione dei progetti storici che nel tempo hanno subito delle modificazioni ma che mantengono, nella sostanza, la loro validità, valorizzandosi creativamente nel tempo. Ci sono progetti equestri che si realizzano anche nei viaggi Equus, progetti di espressione artistica, teatro, moda, scrittura creativa, fotografia, sport, come la voga e le camminate in montagna, la maggior parte dei quali vengono condotti sempre in collaborazione con affermati professionisti del settore.
Anche negli aspetti del quotidiano non mancano aree in continua evoluzione: la creatività dei progetti abbraccia le diverse capacità dell’ospite che trovano, entro l’ampia scelta di attività a disposizione, uno spazio d’espressione.
Dal gruppo cucina a quello di psicoterapia l’obiettivo è dare respiro alle diverse aree, partendo sempre dalle potenzialità della persona da un lato e dalla libertà di scoprirne dall’altro. La creatività diventa ricreatività dell’ospite nel senso di aiutare a ri-creare ciò che è andato perso o sostenere la motivazione dove risulta carente, lavorare sul potenziamento delle parti sane e tentare nuove strade.
Attraverso la realizzazione di momenti conviviali e culturali, nel contatto con il territorio in generale, la Fondazione ha, dall’inizio a oggi, utilizzato questi momenti come canali importanti e diretti per consentire da un lato agli ospiti di esprimere il loro mondo interno, attraverso linguaggi diversi, e dall’altro per promuovere una cultura nuova intorno alla malattia e il superamento dello stigma ad essa legato.
I fronti, quindi, che i progetti vanno a toccare sono molteplici e vanno dalla funzione terapeutico-riabilitativa all’espressione di sé e all’arte intesa come capacità di emozionare.

Innovazione

La Fondazione ha sempre mantenuto lo sguardo sui cambiamenti dei piani triennali sulla salute mentale che la Regione Lombardia ha promulgato negli anni:

Il contributo alla definitiva chiusura dell’ex Ospedale Neuropsichiatrico di Bergamo;
L’apertura dei servizi semi residenziali;
L’accoglienza di ospiti autori di reato per i quali è stata disposta una misura non detentiva alternativa all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario;
La diversificazione dei servizi caratterizzati da diversi livelli di intensità riabilitativa e assistenziale;
La riflessione sulla residenzialità leggera
L’apertura di appartamenti;
L’housing sociale.
Restando al passo con i tempi la diversificazione dell’offerta ha mantenuto l’attenzione ai bisogni via via emergenti e all’accoglienza delle nuove fragilità.
Innovazione è pensare per possibilità e non per limiti. Innovazione è sostituire alla malattia la vita.

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